giovedì 26 luglio 2012

IN THE NAME OF LOVE


No è che c'è poi tutta la questione del nome di Pallina. 

Il nome scelto per Pallina è un nome italianissimo ma non di uso comune.

Certo non potevo affibbiare un nome comune ad una tipa che già prima di nascere ha la sua storia vissuta da raccontare, il suo background socio-culturale ed un suo perchè (leggasi: una tipa che già prima di nascere ha fatto passare a madre e padre le pene dell'inferno...).

E poi c'è il fatto che a me e al Fidan, i nostri genitori, mica ci hanno dato dei nomi tanto comuni...(e quindi si sa che le colpe dei genitori ricadono sui figli....eh...)

In poche parole il nome di Pallina desta in generale, salvo poche eccezioni,  stupore misto ad orrore.

Se l'avessi chiamata col nome della protagonista di una soap opera americana o quello di una pornostar, o magari il nome scelto dalla moglie di un calciatore famoso... sarebbe piaciuto di più, ne sono certa. Nessuno avrebbe obiettato.

Invece la ragione per cui tutti rimangono sbigottiti è che il nome di Pallina è lo stesso di un personaggio dei cartoni animati. Che peraltro è un personaggio positivissimo che io adoro. E allora? E tutti  bofonchiare: "Ma perchè questo nome?", "Ha forse per te un significato nascosto che noi non sappiamo?"

No ragazzi. Non ha nessun significato recondito. Non è come quelle caxxo di figure di Rorschach che se le guardi viene fuori che il cugino tonto dell'Abruzzo annusava di nascosto le mutande della zia zitella... A me e al Fidan ci piace quel nome lì.

Fatevene un ragione.

Lo so. Questa è roba che tra 16 anni, quando Pallina sarà bocciata a scuola e scoprirò che si fa le canne, beve alcolici e non è più vergine, verrà fuori che la colpa è da ricercare nel rapporto con la madre durante l'infanzia e, nientemeno, nel nome che le abbiamo dato...

martedì 24 luglio 2012

LA MIA SCELTA

Si dà il caso che l'editor della mia vita sia andato momentaneamente al cesso ed io, approfittando dell'assenza del menagramo, ho fatto dei bei passi avanti, vi assicuro, non indifferenti.

Intanto noterete l'uso della prima persona singolare: ehy sono io sì sì sì!!!

Sono in congedo maternità dal due luglio: sarebbe stato impossibile proseguire oltre se non altro per il caldo soffocante misto alla presenza della Barbie: due cose divenute assolutamente incompatibili con il mio stato. Da quel giorno gli avvenimenti si sono succeduti con la forza dirompente di uno tzunami (e vabbè la metafora è un po' esagerata ma sapete che mi piace darla a bere e fare la gradassa....).

Intanto le collegiali, che mi hanno curata amorevolmente per svariati mesi combattendo insieme a me contro il perfido batterio bastardo che peraltro non accenna a mollare, così, damblè, su due piedi all'improvviso hanno decretato: "Bene bene allora ciao, goodbye, adieu, aufidersen... è finito il rischio di parto pretermine quindi vai pure per la tua strada! Intanto c'è Bobovieri che ti segue, non è vero?????" Proprio così hanno detto mentre io esterrefatta le supplicavo in ginocchio di occuparsi comunque di me fino alla fine - in modalità Raffaella Fico che implora Balotelli di tenerla anche incinta -, che mi sarei messa lì in un angolo, che non avrei dato fastidio alcuno...ma niente. Quell'ingrata della collegiale si è dimenticata di quando ho speso trenta euro e le ho comprato la collana che le piaceva tanto!!!! Per che caxxo pensavi che ti facevo un regalo??? Per la tua bella faccia? Ma poi, come Bobovieri????? Sì Bobovieri è colui che ha creato Pallina e io gli sarò riconoscente per sempre. L'ho tenuto nove mesi regalandogli soldi a palate così, per togliergli qualche sfizio in più, magari un nuovo rolex, qualche giorno alle terme, per acontentare qualche suo capriccio, per coccolamelo un po', così, come si conserva sul comò per un po' di mesi almeno, in segno di rispetto e per scaramanzia, la bomboniera di ceramica dipinta a mano della cugina pugliese a forma di elefante della grandezza di un maialino pigmeo con sulla groppa una piramide di cioccolatini (signora Panini tu sai bene di cosa parlo!) mica certo per le sue visite che durano in media 4-5 minuti e si risolvono solitamente con un "Tanto lei è seguitissimma in ospedale, no?????". Si è capito che a Bobovieri interessa solo una cosa: l'inseminazione. E' come Franco Califano: tutto il resto è noia.

Insomma che nel marasma di sto scaricabarile da un medico all'altro, io ho naturalmente continuato a dare di testa nella migliore tradizione melodrammmatica che mi contraddistingue dalla nascita. E dai di testa oggi che dai testa domani...che sono arrivata sino a qui stremata e senza forze.     A forza di rifiutare di guardare avanti, verso il futuro, mi era sfuggito un piccolo particolare: tra poco mi tocca PAR TO RI RE....Ma come partorire? Io non sono pronta. Non avevo mica preso in considerazione di dover partorire...Aspè....aspettate un attimo.
Mi è partito l'embolo del parto e ciao.

E dunque mumble mumble...partorire: no non ce la faccio.Per me significa rivivere un incubo. Punto. Stop.

"Caro Bobovieri", gli ho detto utilizzando il tono di voce abitualmente usato per ottenere dal Fidan favori sottobanco della più bassa lega (ehy che avete capito? tipo quando non avendo voglia alcuna di cucinare gli dico: Fidan, amore, sai, Paliina avrebbe tanto desiderio di pizza....), insomma "caro Bobovieri.....considerando il mio caso...che me lo faresti un cesareo gratis in ospedale????". Sincermente non ci speravo conscia del fatto che i medici vedono il cesareo come l'anticristo a meno che, ovvio, non te lo fai fare in clinica a pagamento, cosa che allora non crea problema alcuno: sono tutti disponibili, sono già lì pronti con il bisturi in una mano e il portafoglio  fisarmonica nell'altra. E invece, ragazzi, Bobovieri, con la sua faccia da attore di soap opera anni 80,  mi risponde "ma sì certo. Nella tua situazione è comprensibile". Mi sembrava di aver toccato il santo graal... Insomma che in quattro e quattro otto ho il cesareo prenotato.

Non incomincerete a pensare che ho paura del dolore fisico. Non è così. A noi miracolate il dolore fisico ci fa una pippa. Il fatto è che io non ne posso più di aspettare e ormai sono settimane che son tentata di scendere sotto casa nel retro della sartoria cinese e di chiedere a quei loro bravi dottori cinesi in quei loro begli ospedali sotterranei, di farmi uscire Pallina senza fare tante storie....Ho passato nove mesi a tremare di paura sempre con l'idea che tutto poteva finire da un momento all'altro, e ora, è anche peggio. Continuo ad avere l'incubo della fine imminente, l'incubo di non poter mai gioire...per non parlare degli scenari possibili che mi si aprono davanti...roba da brivido...Poi c'è tutto l'altro parto che riaffiora come un pugno nello stomaco passo per passo con quel quacosa che scivola piano tra le gambe e riappare con il suo peso e le sue caratteristiche in una fredda cartella clinica...No.
Sia chiaro. Se poi domani mi si rompono le acque e partorisco naturalmente, va benissimo. Ma il solo sapere che quel giorno lì, stabilito, comunque, è il Pallina day, mi riempie di fiducia nel futuro e mi tranquillizza.

Sto incidendo le tacche sul muro. E speriamo che sto muro non crolli.