giovedì 3 gennaio 2013

MORIRE PER AMORE

Quasi tutti i giorni, mentre vago per il quartiere spingendo il passeggino come un'invasata, passo in mezzo ad un giardino. 
Come sapete sono perennemente senza occhiali e riconosco che è un giardino dalle sagome degli alberi e dall'odore dalle merde non raccolte dei cani: la gravidanza mi ha lasciato un olfatto che mi dà vere soddisfazioni e presto, se tutto va bene, andrò a cercare tartufi nei boschi di Alba. Mi troverete a scavar buche nella terra lì accucciata tra i rovi (e non starò facendo pipì).

Ma un giorno ho quasi sbattuto contro la targa:

Filippo Piredda 
per amore sacrificò la sua vita 

Cioè premetto che ultimamente io ci ho un po' una fissa per le targhe. Che volete? C'è a chi piace il sadomaso, a chi i libri di Moccia...a me piace leggere i nomi delle vie e scoprire cosa faceva quello e cosa faceva quell'altro. Siccome sono per lo più ignorante sulle storie legate ai vari personaggi illustri (sì adesso non fate i saputelli...non mi riferisco a Dante poeta o Raffaello pittore, ma a quelli un po' meno famosi), fantastico sulle possibili storie che si nascondono dietro a quei nomi. Tipo "via Pigafetta navigatore"...e allora mi immagino questo tipo, con la faccia di Briatore, che naviga per i sette mari in compagnia della Gregoracci che con la ramazza in mano spazza la cambusa (il tutto sponsorizzato da Poloralphlauren per Pigafetta e moglie e Paul&shark per il resto dell'equipaggio...). O "via don Orione benefattore" e mi immagino uno, somigliante a LeleMora (dopo il pentimento in carcere), che distribuisce pane ai poveri nella mensa della parrocchia. Poi la cosa finisce lì. Non pensiate che la mia fantasia  raggiunga livelli stratosferici. Non scriverò un romanzo. Mi spiace. So che molti ci contavano. Ma no.

Però "morto per amore" mi ha colpito così tanto...io che avevo sempre creduto a Battisti quando cantava "che non si muore per amore è una gran bella verità" e invece non era vero niente, caro il mio Battisti...e, se vogliamo innescare una polemica, sappi (ed era tanto che volevo dirtelo) che tante altre cose che tu hai scritto non sono per niente vere tipo "ricoprir di terra una piantina verde sperando possa nascere un giorno una rosa rossa" o "lei è sempre a casa che aspetta me..." per non parlare dei bei consigli che hai dato primo fra tutti "guidare come un pazzo a fari spenti nella notte per vedere se poi è tanto difficile morire"...

- (Rendiamoci intanto conto che sto a parlare con un cantante morto...)

Comunque, bando alle ciance, sono andata a fare una ricerca su internet ed ecco in breve il succo della storia:

è stato intitolato un giardino al giovane diciannovenne che sacrificò la sua vita il 6 gennaio 1997, per difendere la madre peruviana della sua fidanzata dall’aggressione dell’ex convivente.

La signora Elena Aguirre venne comunque colpita a morte da tre colpi di pistola. Un colpo raggiunse anche Filippo, uccidendolo. Facendo da scudo con il suo corpo, egli riuscì però a salvare la fidanzata (19 anni) e la sorella minore della stessa (14 anni). L’assassino si suicidò poche ore dopo.

Beh. Così. Volevo scriverla qui questa storia sconosciuta anche alla luce di tutto quello che subiscono le donne per mano dei propri mariti/conviventi.

E insomma: irisblog: non solo stronzate, anche attualità. 
Tsè. Che vi credevate?




2 commenti: